La notazione moderna accoglie numerosi elementi che recuperano le forme rinascimentali (notazione bianca) ma con significato profondamente modificato. Un caso emblematico è il moderno segno di tempo (ad esempio 3/2), apparentemente simile all'antica mensura (sesquialtera) che oggi identifica una battuta in tre dalla velocità indefinita (serve un'indicazione di movimento) e nel passato indicava un'accellerazione del tactus in rapporto 3:2.
Fra Cinque e Seicento, ovvero nel momento di passaggio fra notazione antica e moderna, spesso non è chiaro a quale dei due sistemi ci si riferisca. Vero è che noi tendiamo a leggere come 'moderni' i compositori di questi due secoli entrati nel repertorio discografico e 'antichi' gli altri. Monteverdi, che introduce la divisione di battutta già nell'Orfeo (1607), è edito e inciso come se fosse 'precursore' della notazione moderna, mentre il suo pensiero musicale è ancora legato alla mensura.